Cuba tra i paesi con i migliori indici nutrizionali in tutto il mondo

Roma, 9 maggio 2018.- Il Rapporto sulla politica alimentare mondiale del 2018, presentato martedì 8 maggio 2018 presso la sede dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura (FAO), Roma, mette Cuba al 5 ° posto tra i primi 14 paesi al mondo che sono riusciti a ridurre il tasso di fame e malnutrizione in maniera sostenuta, per diversi anni.

Il rapporto di cui sopra, dall'Istituto internazionale di Ricerca sulla Politica Alimentare, con sede a Washington (IFPRI), dal 2000, ha lo scopo di rivedere annualmente i risultati più rilevanti nella politica alimentare in tutto il mondo.

L’indice globale della Fame (HMI), un modello statistico creato da questo istituto, classifica i paesi con tassi di fame bassi o moderati con punteggi da 7,8 al 12,8 punti. Il punteggio si basa su diversi indicatori, che riflettono sulla natura multidimensionale della fame, e tra questi troviamo: la percentuale di popolazione denutrita, e dei bambini sotto i 5 anni denutriti e la mortalità nei bambini sotto i cinque anni.

Nonostante il blocco economico, commerciale e finanziario degli Stati Uniti contro il popolo cubano, la siccità e l'impatto che i disastri naturali come l'uragano Irma, che ha colpito il paese caraibico nel 2017, nella relazione sulla politica alimentare globale del 2018 Cuba risulta avere un punteggio inferiore a 5, che mette il paese tra quelli che hanno potenziato con uguaglianza le loro politiche alimentari, trovandosi cosi sempre più vicini al proposito legato all'Obiettivo di Sviluppo Sostenibile 2, con l'aspirazione di raggiungere nel 2030, la totale assenza di fame e malnutrizione.

Il rapporto dell'Istituto di ricerca internazionale sulla politica alimentare, con sede nella capitale degli Stati Uniti, indica i conflitti e, in particolare, l'indebolimento del multilateralismo nel 2017, come un serio ostacolo per la lotta contro la fame nel mondo. Questo rapporto afferma che nel 2017 il consenso mondiale in questo settore è stato influenzato da diversi fattori, tra cui la rottura degli Stati Uniti con l'Accordo di Parigi per affrontare il cambiamento climatico; per l’uscita del Regno Unito dall'Unione Europea; e per l'impossibilità di raggiungere un accordo durante l'11 ° Ministeriale dell'Organizzazione mondiale del commercio.

Allo stesso modo, la relazione mette in guardia sulla necessità di eliminare barriere e protezionismo nel commercio alimentare e sollecita i governi a elaborare politiche alimentari che diano priorità agli investimenti nella sicurezza alimentare e al miglioramento della nutrizione. (@CubaOrgIntRoma )

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