Esprimo la nostra solidarietà con la sorella nazione caraibica del Belize, che soffre oggi i disastri in quanto colpito da un poderoso uragano.
Signor Presidente:
Signori rappresentanti permanenti:
Illustri delegati:
Più del 80% della popolazione cubana attuale è nata sotto il blocco.
Tre decenni sono trascorsi dal momento in cui questa Assemblea ha cominciato a condannare, ogni anno, che finisca questa politica, tipificata come un atto di genocidio e che ha l’effetto “di una pandemia permanente, di un uragano costante” e riceve un rifiuto universale.
È un atto di guerra economica permanente con il proposito di impedire i redditi finanziarie al paese, distruggere la capacità del governo per risolvere le necessità della popolazione, far collassare l’economia e creare una situazione di fallita governabilità. Come proponeva il vice segretario Mallory, nel 1960, cerca di “provocare delusione e sconforto, ridurre gli stipendi…, provocare la fame, la disperazione e il crollo del governo".
Dal 2019, il governo degli Stati Uniti ha rinforzato il blocco contro il nostro paese, ma l’ha portato in dimensioni estremi, più crudeli e inumane per infliggere deliberatamente il maggior danno possibile alle famiglie cubane.
Nei primi 14 mesi del governo del presidente Joseph Biden, i danni provocati dal blocco hanno raggiunto la cifra di 6 mila 364 milioni di dollari, quantità che supera i 15 milioni di dollari al giorno.
Tra il mese di agosto 2021 e febbraio 2022, hanno raggiunto la cifra record per soli 7 mesi, di 3 mila 806 milioni di dollari. Se non ci fosse il blocco, in quel periodo il nostro Prodotto Interno Lordo potrebbe essere cresciuto un 4,5%.
I danni per più di 60 anni, hanno raggiunto i 154 mila 217 milioni di dollari, al prezzo normale, e al valore dell’oro, ammontano alla cifra di un miliardo 391 mila 111 milioni. Cosa sarebbe Cuba oggi se avessi avuto queste risorse? Cosa altro potremo aver fatto? Come sarebbe la nostra economia?
È impossibile di quantificare l’angoscia provocata dai block out e l’instabilità del servizio elettrico, il mancato rifornimento e le lunghe file per acquistare i prodotti di prima necessità, a causa degli ostacoli nei programmi di vita delle famiglie, in particolare i giovani.
Il blocco, inoltre, crea le condizioni per la migrazione irregolare, non ordinata e insicura; la dolorosa separazione delle famiglie; costa vite di cubane e cubani e contribuisce alla criminalità transnazionale organizzata e la tratta di esseri umani.
Signor Presidente:
Durante la pandemia di Covid-19, il governo degli Stati Uniti ha fatto esenzioni umanitarie temporanei a paesi vittime delle loro misure coercitive unilaterali e altre sanzioni.
Perché sono stati esclusi i cubani da questo sollievo umanitario temporaneo?
Ancora peggio, mentre il COVID portava via milioni di vite nel pianeta e portava dolore nel mio paese, il blocco si è intensificato, ha generato difficoltà e ritardi nell’arrivo al nostro paese di materiale e dispositivi imprescindibili per affrontare la pandemia, in particolare per la fabbricazione dei vaccini cubani. Hanno pure impedito, l’acquisizione di ossigeno medicinale in paesi terzi.
Quando il blocco ha impedito la fornitura di ventilatori polmonari, Cuba ha sviluppato la sua produzione nazionale con prototipi propri.
Come spiegare che un piccolo paese come Cuba abbia potuto vincere il COVID-19 con le proprie risorse e i propri vaccini?
Nel momento peggiore della pandemia, nonostante le nostre risorse limitate, abbiamo collaborato con l’invio di 58 brigate mediche a 42 paesi e territori, che sono partite per integrarsi ai più di 28 mila professionisti della sanità che già erano in servizio in 59 nazioni.
Però il blocco colpisce la produzione nazionale di antibiotici, analgesici, ipotensori, terapie contro il cancro e cardiopatie e le varie medicine di prima necessità, che non sono mai mancati nei nostri ospedali e farmacie.
I bambini cubani affetti da retina e glaucoma non possono avere le sue terapie con il sistema laser dell’azienda statunitense IRIDEX CORPORATION. I malati che passano a forme più severe, rischiano di rimanere cechi.
I nostri bambini non possono neanche utilizzare le valvole cardiache biologiche di fabbricazione statunitense
Alla nascita, i neonati di basso peso devono essere sottoposti a chirurgie complicate, in quanto non ci sono cateteri a profilo molto basso, commercializzati da aziende statunitense, come BOSTON SCIENTIFIC.
Il governo degli Stati Uniti non ha modo di giustificare, una politica che priva i bambini cubani affetti da cancro di ricevere la chimioterapia idonea per la loro malattia.
L’impresa di salvare e preservare la vita in mezzo a tante circostanze difficili può soltanto essere spiegato dallo sforzo del governo e quello collettivo, per decenni , per costruire un sistema di scienza e sanità robusti, di profondo carattere umanista, accessibile per tutte le cubane e i cubani senza alcun costo.
Signor Presidente:
Il blocco ha aggravato anche le limitazioni finanziarie e di accesso a crediti per investimenti, riparare e fare la manutenzione alle termoelettriche del paese e i fornitori hanno incrementato i prezzi considerevolmente consapevoli del rischio che può provocare fare commercio con Cuba.
Dopo 26 anni di lavoro continuo, il Gruppo tedesco Continental Reifen Deutschland ha deciso di finire i rapporti con l’Union Cuba Petroleo.
Il fornitore francese CNIM ha avvertito che non poteva continuare le forniture di pezzi di ricambio per la Centrale Termoelettrica Antonio Guiteras, in quanto non poteva avere rapporti con un paese sottoposto a sanzioni.
Non finisce mai l’ossessione e la persecuzione delle transazioni finanziarie, commerciali e gli investimenti che hanno a che vedere con il nostro paese.
Soltanto tra gennaio 2021 e febbraio 2022 si sono registrati 642 azioni dirette di banche straniere contro il sistema bancario cubano.
Nell’ ultimo anno, un gruppo importante di banche di paesi terzi ha negato l’attività di pagamento a fornitori dell’azienda cubana ALIMPORT, importatrice di alimenti.
Con licenze sottoposte a restrizioni imposte dalla legge, Cuba può acquistare per via commerciale limitati prodotti agricoli in questo paese, però è costretto a pagare queste spese in anticipo, senza accedere a crediti, e risulta estremamente difficile perché contemporaneamente vengono ostacolati le fonti dei redditi.
In queste condizioni di persecuzione finanziaria, non si possono calcolare gli sforzi fatti dal nostro governo per assicurare il paniere alimentare familiare standard.
I nostri imprenditori cubani in molteplici momenti non hanno potuto fare uso delle piattaforme di pagamento ed e-commerce.
In varie latitudini, i nostri nazionali sono impediti di aprire conti correnti privati, soltanto per la condizione di essere cubano.
La persecuzione finanziaria si è ancora più rinforzata con l’arbitraria e fraudolenta inclusione del nostro paese nella lista unilaterale fatta dal Dipartimento di Stato sui possibili paesi sponsor del terrorismo, che fa aumentare in modo esponenziale il Rischio Paese e ci costringe a pagare le merci anche il doppio del loro prezzo sul mercato internazionale.
È intollerabile una azione di questo tipo contro un paese vittima del terrorismo, che soffre oggi l’istigazione alla violenza e agli atti terroristi dal territorio statunitense, la cui posizione di fermo rifiuto e persecuzione a qualsiasi forma di terrorismo, è irreprensibile e riconosciuta.
Questa è stata una misura letale adottata dal precedente governo repubblicano, 9 giorni dopo aver abbandonato la Casa Bianca. L’attuale presidente degli Stati Uniti potrebbe cambiare tutto con una firma sola. Sarebbe moralmente giusto e anche dal punto di vista legale.
Signor Presidente:
L’impatto estraterritoriale del blocco danneggia anche la sovranità dei paesi che voi rappresentate, viola le vostre legislazioni nazionali e vi costringe a decisioni di tribunali americani in virtù del Titolo III della Legge Helms-Burton, multa con sanzioni gli imprenditori e impedisce l’arrivo a porti degli Stati Uniti delle navi di terzi nei porti cubani.
Proibisce anche all’enti finanziarie di aziende statunitensi con sede in paesi terzi facciano commercio con Cuba, impedisce l’export verso Cuba di articoli prodotti in qualsiasi paese, se hanno il 10% o più di componenti statunitensi, ed esclude i prodotti fabbricati in paesi terzi, se hanno all’interno materia prima d’origine cubana.
Chi potrebbe affermare veramente che gli Stati Uniti è un socio commerciale di Cuba?
Non facciamo colpevole il blocco di tutte le difficoltà che affronta oggi il nostro paese; pero mentirebbe la persona che possa negare i gravissimi effetti e non riconosca che è questa la causa principale delle privazioni, carenze e sofferenze delle famiglie cubane.
Signor Presidente:
Gli Stati Uniti controlla i più poderosi media e piattaforme tecnologiche digitali egemoniche e li usa per scatenare una brutale campagna di mancata comunicazione e discredito contro Cuba.
Ricorrono ai più diversi metodi di guerra non convenzionale e mettono i nostri bambini, giovani e artisti al centro del bombardamento politico e mediatico.
Il governo degli Stati Uniti stanzia decine di milioni di dollari dal bilancio federale e fondi segreti e recluta istituzioni governative e società private per finanziare operatori politici che portano avanti campagne di disinformazione, odio e destabilizzazione nelle reti digitali contro Cuba.
Lo scorso 24 ottobre le transnazionali statunitensi Twitter e Meta (Facebook), che ora ha tra i suoi principali direttori l'ex capo campagna di un senatore repubblicano anticubano; hanno implementato contemporaneamente azioni di censura contro i mass media pubblici e gli utenti cubani. Hanno etichettato le pubblicazioni che hanno visto la loro portata confinate sulle reti ed eliminato degli account che criticavano delle operazioni destabilizzanti contro il nostro Paese. È stata un'azione selettiva e coordinata che viola il diritto alla libera espressione dei cubani e che esprime la subordinazione di queste società alla discrezione dei politici statunitensi.
Signor Presidente:
Il Presidente Miguel Díaz-Canel Bermúdez ha affermato lo scorso 22 luglio, nella Conclusione del Nono Periodo Ordinario di Sessioni dell'Assemblea Nazionale del Potere Popolare nella sua IX Legislatura, e cito: "La traiettoria di Cuba nello sviluppo delle sue relazioni estere mostra che la promozione della pace, della cooperazione e della solidarietà sono caratteristiche che definiscono la nostra proiezione internazionale. Lo abbiamo dimostrato nella nostra regione latinoamericana e caraibica, e anche ad altre latitudini", fine della citazione.
L’attuale governo statunitense non ha una politica propria verso Cuba. Agisce per inerzia e continua la politica di “massima pressione” stabilita nel periodo di Presidenza di Donald Trump.
Negli ultimi mesi, il governo degli Stati Uniti ha preso provvedimenti per correggere alcune delle irrazionali restrizioni ai voli statunitensi a Cuba, le rimesse e le pratiche consolari.
Sono azioni positive, però molto limitate nella sua estensione ed applicazione. Non modificano in modo alcuno, né la politica né le misure economiche, commerciali e finanziarie.
Il blocco è diventato più crudele e continua ad essere l’elemento centrale che definisce la politica degli Stati Uniti verso Cuba.
Il governo cubano è disposto ad andare avanti verso una miglior comprensione con il governo degli Stati Uniti e sviluppare rapporti civilizzati e di cooperazione sulla base del rispetto reciproco senza compromettere la nostra sovranità.
Ratifico il richiamo fatto dal Generale di Esercito Raúl Castro Ruz, nel 2017, al governo degli Stati Uniti per togliere “gli ostacoli che impediscono o restringono i vincoli tra i nostri popoli, le nostre famiglie e i cittadini di entrambi i paesi. Dobbiamo imparare l’arte di convivere in modo civilizzato con rispetto delle nostre differenze”. Ha concluso.
Anche in mezzo alle inumane limitazioni che ci impone il blocco, Cuba non rinuncerà mai al suo progetto socialista di giustizia sociale, ribadito in libero e universale Referendum Costituzionale nel 2019.
Difenderemo sempre il pieno esercizio di tutti i diritti umani per tutti i nostri cittadini.
Non accetteremo mai i tentativi di imporre a noi i modelli di democrazia né altra cultura lontana alla cubana.
Con la stessa energia che difendiamo il diritto inalienabile di ogni paese a decidere il suo sistema politico, economico e sociale, chiediamo rispetto per il nostro.
Saremo sempre fedeli a quanto abbiamo eredato dal Comandante in Capo Fidel Castro Ruz, a Cuba ci sarà sempre, e faccio la citazione, un “governo del popolo, per l’intero popolo” e “una Rivoluzione degli umili, con gli umili e per gli umili”.
Questa è una mostra innegabile, la più recente mostra di esercizio di democrazia reale, di partecipazione e inclusiva nel nostro paese.
In referendum popolare, il popolo cubano ha votato in favore del nuovo Codice delle Famiglie, moderno e avanzato, dei più avanzati al mondo, una prova innegabile della vocazione della Rivoluzione di ascoltare tutti i cubani e le cubane, senza alcuna discriminazione.
Il nostro paese non è fermo, continua a rinnovarsi sulla base del principio di “cambiare tutto quanto deva essere cambiato”, nella costruzione di una Nazione sovrana, indipendente, socialista, democratica, prospera e sostenibile; nello sviluppo del nostro “Stato socialista, di diritto e di giustizia sociale, democratico, indipendente e sovrano.”
Sosteniamo la crescente partecipazione dei nostri giovani e di tutti i cittadini nei processi politici, economici, sociali e culturali del paese.
Andiamo avanti con la decentralizzazione dell’economia e il potenziamento dell’azienda statale socialista, sono stati creati migliaia di piccole e mediane imprese private e statali, si consolidano la scienza e la tecnologia quali basi dell’economia; si aprono le porte all’investimento straniero all’interno della nostra politica di sviluppo.
Stiamo a promuovere la crescente partecipazione dei nostri cittadini e imprenditori nei processi economici del paese.
Cuba si rinnova tutto il tempo. Ma ciò che rimane immobile, fermo nel passato e isolato, è il blocco.
Valutiamo molto l’appoggio di numerosi governi, personalità, movimenti di solidarietà, organizzazioni politiche, sociali e popolari di tutto il mondo, davanti all’ingiustizia che oggi si commette contro Cuba.
Signor Presidente:
Apprezziamo profondamente l’impegno e le espressioni di cubani e discendenti cubani in tutte le latitudini, gli Stati Uniti anche, le cui voci si sono alzati per difendere i sovrani diritti di Cuba e in rifiuto all’applicazione di questa politica.
Ringraziamo anche tutti quelli che hanno manifestato l’appoggio al nostro paese nella difficile situazione del ricupero dai danni lasciati dall’uragano Ian nelle province occidentali, lo scorso mese di settembre.
Centinaia di migliaia di cubani sono stati colpiti. 119 mila 148 case sono state danneggiate, grandi aree di piantagioni sono state distrutte e si registrano gravi danni all’infrastruttura elettrica e delle comunicazioni, tra altri danni.
Continueremo ad accettare con gratitudine l’aiuto di emergenza offerto, senza condizioni, al nostro popolo.
Ringraziamo questi sforzi umanitari di organizzazioni, movimenti e gruppi statunitensi di congresisti e personalità, del movimento di solidarietà e organizzazioni della società civile, chi davanti alla magnitudine dei danni dell’uragano, hanno chiesto al governo del presidente Joseph Biden, di togliere temporaneamente le misure coercitive unilaterali contro il nostro paese, l’autorizzazione per processare le donazioni attraverso banche statunitensi e l’acquisto di materiali per la ricostruzione delle zone colpite.
Signor Presidente:
signori rappresentanti permanenti:
illustri delegati:
Milioni di cubani stanno proprio adesso a guardare ciò che succede in questa sala. Hanno ascoltato le vostre dichiarazioni e stanno attenti ai vostri voti.
A nome loro, ringrazio le dichiarazioni di rifiuto al blocco fatte da decine di Capi di Stato e di Governo e altri alti dignitari, al dibattito generale di questo periodo di sedute di ieri e di questa mattina.
Quando presto andrete ad esercitare il voto, voi non solo andrete a decidere su un argomento di interesse vitale per Cuba e per i cubani.
Andrete anche a decidere in favore della Carta delle Nazioni Unite e del Diritto Internazionale. Voi andrete a pronunciarsi per appoggiare la ragione e la giustizia.
Lasciate Cuba vivere in pace!
Cuba starebbe meglio senza il blocco!
Ogni famiglia cubana starebbe meglio senza il blocco!
I cittadini statunitensi starebbero meglio senza il blocco!
Gli Stati Uniti sarebbe un paese migliore senza il blocco a Cuba!
Il mondo sarebbe un mondo migliore senza il blocco!
Illustri delegati:
Vi chiedo rispettosamente di votare in favore del progetto di risoluzione A/77/L.5, con il titolo “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti contro Cuba. Lo faccio a nome del coraggioso e degno popolo di Cuba che nonostante le avversità non è stato né sarà mai sconfitto; in nome delle nostre bambine e dei nostri bambini, dei nostri giovani, che non capiscono di politiche di odio, ma soffrono i loro effetti crudeli; a nome delle generazioni di cubane e cubani nati sotto un sistema di misure coercitive, il più crudele e lungo mai visto contro alcun paese; in nome dei cubani che stanno per nascere sotto il sistema di misure coercitive più crudele e lungo che sia mai stato applicato contro paese alcuno e che deve essere eliminato per il bene di tutti.
Grazie tante.
(Cubaminrex)