Il Partito Comunista condanna il nuovo atto contro l’indipendenza e la sovranità di Cuba: l’inserimento dell’isola caraibica nella lista nera degli Stati Uniti degli “sponsor” del terrorismo. Questa misura aggrava ulteriormente la già difficile situazione causata dall’embargo contro Cuba. Se già era difficile importare beni di prima necessità, soprattutto alimenti e medicinali; se già era difficile commerciare con Cuba; se già era difficile cooperare a livello scientifico-universitario, ora tutto questo viene ulteriormente limitato e aggravato, con conseguenze socio-economiche e umanitarie devastanti per i cittadini cubani.
Come Partito Comunista vorremmo poi sottolineare che il “bloqueo” è anche contro gli interessi della Svizzera. Non solo i nostri concittadini che vivono sull’isola non possono accedere ai loro conti bancari e ricevere le loro pensioni, ma anche le aziende svizzere che vorrebbero commerciare con Cuba non possono farlo. In breve, l’embargo danneggia sia il popolo cubano che quello svizzero. Difendere la neutralità della Svizzera significa anche rifiutare queste imposizioni statunitensi che non hanno nulla a che vedere con le libere decisioni di un Paese sovrano.
Infine, condanniamo la sudditanza delle autorità svizzere nei confronti di Washington, che non attuano con la dovuta rapidità e forza la decisione del Consiglio nazionale sul postulato n. 20.4332, che esorta la Svizzera a prendere misure concrete contro il blocco economico. Ciò sottolinea la necessità di una sinistra anti-atlantista alle prossime elezioni federali.
Il Partito Comunista lo ribadisce e chiede alla Confederazione di agire finalmente con coraggio contro i diktat americani e, più in particolare, di attuare immediatamente il contenuto del suddetto postulato, di studiare misure attraverso le quali investire e commerciare con l’isola caraibica dalla Svizzera, nonché di mobilitare i servizi diplomatici per normalizzare i canali commerciali con Cuba.